Offriamo un servizio completo per tutti gli adempimenti finalizzati al rientro in possesso del proprio immobile grazie all'intervento dei nostri legali specializzati nella procedura di sfratto e metodi alternativi al recupero del proprio immobile.
Forniamo assistenza legale in tutte le fasi del procedimento giudiziale, occupandoci di intimazioni di sfratto per finita locazione o per morosità, dell’azione esecutiva di rilascio dell’immobile e del recupero dei canoni e delle spese non corrisposti.
Il nostro servizio è orientato non solo alla gestione delle azioni giudiziali, ma anche alla prevenzione del contenzioso. Puntiamo, ove possibile, a soluzioni stragiudiziali efficaci che consentano di liberare l’immobile in tempi brevi, riducendo i costi legali e accelerando il ritorno a reddito dell’immobile attraverso una nuova locazione.
L’istituto dello sfratto rappresenta uno degli strumenti giuridici più utilizzati nel diritto civile italiano, volto a tutelare il diritto del proprietario a rientrare nel possesso dell’immobile locato in caso di inadempimento del conduttore o di scadenza del contratto. La sua disciplina si sviluppa attraverso norme processuali e sostanziali, integrate da un’ampia giurisprudenza che ha contribuito a definirne ambiti, modalità applicative e limiti. Il procedimento di sfratto trova spazio all’interno del codice di procedura civile (artt. 657 e ss.) e si distingue per la sua struttura snella e sommaria, finalizzata a garantire una risposta celere alle violazioni del contratto di locazione, pur nel rispetto delle garanzie difensive dell’inquilino. A questa disciplina generale si affiancano norme speciali, soprattutto nel campo delle locazioni abitative, che introducono tutele aggiuntive per soggetti fragili e possibilità di intervento dei servizi sociali e delle autorità amministrative. Il presente testo intende fornire un quadro completo e aggiornato sul procedimento di sfratto, sia dal punto di vista normativo che operativo, analizzandone i presupposti, lo svolgimento, gli strumenti di difesa e le problematiche più frequenti, anche alla luce delle recenti evoluzioni legislative e giurisprudenziali.
La differenza principale tra sfratto per morosità e per finita locazione consiste nella possibilità, per l’inquilino, di sanare la morosità entro un termine (cosiddetto termine di grazia), mentre in caso di scadenza del contratto ciò non è possibile.
Nel caso di immobili destinati a uso diverso da quello abitativo (es. negozi, botteghe, laboratori), alla scadenza del contratto il locatore può non rinnovarlo dandone disdetta, ma il conduttore ha diritto a un’indennità per perdita dell’avviamento commerciale, secondo l’art. 34 della legge n. 392/1978.
Ammontare: pari a 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto, che salgono a 21 mensilità se l’immobile è utilizzato congiuntamente ad attività alberghiere.
L’indennità è dovuta solo se l’attività comporta contatto diretto con il pubblico (negozi, bar, ristoranti ecc.). Non è dovuta se:
Il locatore deve inviare disdetta almeno 12 mesi (o 18 mesi per attività alberghiere) prima della scadenza.
Se il conduttore non rilascia l'immobile, il locatore può introdurre un procedimento di sfratto per finita locazione.
In caso di controversie sull’indennità, la sua liquidazione è demandata al giudice.
Il procedimento inizia con l’intimazione di sfratto e la contestuale citazione per la convalida, redatta da un avvocato e notificata all’inquilino. Deve contenere i dati del contratto, il motivo dello sfratto, l’eventuale morosità e la data dell’udienza di comparizione.
All’udienza, se l’inquilino non si presenta o non si oppone, il giudice convalida lo sfratto. Se l’inquilino propone opposizione, il giudice può: 1) rinviare per trattazione ordinaria; 2) emettere ordinanza provvisoria di rilascio. Il giudice può anche concedere un termine di grazia fino a 90 giorni per sanare la morosità.
Una volta ottenuto il provvedimento di rilascio, il locatore può procedere con l’esecuzione forzata tramite ufficiale giudiziario. È necessario notificare precetto e fissare l’intervento. L’eventuale necessità della forza pubblica viene gestita tramite richiesta alla Prefettura.
L’inquilino può presentare opposizione all’intimazione di sfratto, trasformando il procedimento in un giudizio ordinario. Deve farlo verbalmente all’udienza o con atto scritto. I motivi possono essere: contestazione dell’importo richiesto, vizi del contratto, inadempimenti del locatore.
Nei contratti abitativi, l’inquilino può chiedere al giudice un termine (max 90 giorni) per sanare la morosità. Il giudice valuta la buona fede e la temporaneità della difficoltà economica.
Durante la fase esecutiva, l’inquilino può proporre opposizione all’esecuzione per vizi del titolo o irregolarità nella procedura. Può anche chiedere la sospensione per motivi gravi, come stato di salute, presenza di minori o disabili, attivazione dei servizi sociali.
Condizione in cui l’inquilino non può pagare per cause indipendenti dalla sua volontà. Può accedere a fondi pubblici, sospensioni dell’esecuzione, e interventi dei servizi sociali, previa valutazione comunale.
Previsto dall’art. 55 L. 392/1978. È un beneficio concesso solo una volta e solo per contratti abitativi.
Quando nell’immobile vivono soggetti deboli, l’ufficiale giudiziario coordina l’esecuzione con i servizi sociali. Non può bloccare lo sfratto ma può gestire modalità e tempi per garantire tutela minima.
In caso di occupazione senza contratto o con titolo scaduto, si procede con azione di rilascio o denuncia per occupazione abusiva. L’art. 633 c.p. può configurare reato.
Possono derivare da mancanza di forza pubblica, agenda dell’ufficiale giudiziario piena, sospensioni richieste da autorità. L’avvocato deve sollecitare e monitorare l’evoluzione.
Possibile definire accordi scritti per il rilascio volontario, con eventuali contributi al trasloco o pagamento parziale del debito. Utile la mediazione civile nei casi complessi.
Il procedimento di sfratto tocca diritti fondamentali e interessi sociali. Gli operatori giuridici devono agire con equilibrio e umanità, nel rispetto del diritto e della dignità delle persone.